La fine dell’incubo?

Vaccino. Spunta il patentino per i nostri corsi.

Nella speranza che possiamo ritornare a parlare e a scrivere delle nostre attività, analizziamo per ora il piccolo spiraglio di luce che arriva dal “Vaccino”. Si dice che «non ci sarà vincolo di obbligatorietà» ma, al vaglio del governo, ci sono proposte per «una maggiore mobilità» per chi sceglie di immunizzarsi.

Un patentino vaccinale.

Al di là dei proclami però, sul tema della somministrazione imposta a tutti gli italiani o almeno ad alcune categorie professionali la porta non appare del tutto chiusa. «Lasciamo che parta questo piano vaccinale, vediamo il riscontro che ci sarà» ha detto Conte, non solo ribadendo cautela e fiducia nel senso di responsabilità dei cittadini, ma anche prestando il fianco a chi – dentro e fuori il suo governo – l’obbligatorietà la vorrebbe eccome. Una schiera a cui si sono iscritti, in maniera più o meno ufficiosa, e talvolta chiedendo l’imposizione solo per alcune categorie (sanitari piuttosto che dipendenti della Forze di Polizia).

Palazzo Chigi in pratica prende tempo e si apre alle alternative. Sulla patente di immunità «faremo delle valutazioni» ha dichiarato il Premier «ci sono proposte per una valutazione per una maggiore mobilità per chi fa il vaccino, non abbiamo deciso nulla».

L’idea è quella di una sorta di patentino digitale dell’immunizzazione.

Un certificato da avere sempre con sé che permetterebbe di accedere ad hotel, palestre, piscine, cinema, teatri, voli aerei. Vale a dire a tutte quelle attività ritenute non essenziali che sono state oggetto di chiusura o fortissime limitazioni.

Questa ipotesi del passaporto infatti, verrebbe contemplata dall’esecutivo solo nel momento in cui le dosi siano state somministrate a una fetta già considerevole della popolazione. Al contrario, si rischierebbe di escludere dal ritorno alla vita sociale chi verrà immunizzato per ultimo perché non appartenente alle fasce prioritarie.

Un’altra “App” per il patentino? 

Nonostante della proposta si stia parlando molto solo ora, quella di un patentino o di un certificato speciale, è un’ipotesi su cui si sta lavorando già da mesi.

«Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto»

aveva spiegato il commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri il 18 novembre scorso

Un sito o una App, ancora non è noto, in cui si spera possano confluire in maniera trasparente e accessibili a tutti i dati sulle vaccinazioni (non i nomi dei vaccinati ovviamente). Informazioni preziose per comprendere l’avanzamento del piano che oggi vengono comunicate senza una cadenza precisa e senza una suddivisione tra le categorie. 

Dove si potrà vaccinarsi?

Come sottolineato dal viceministro Pierpaolo Sileri, la possibilità di vaccinazione anti-Covid nelle farmacie è stata inserita nella legge di Bilancio e approvata dal Senato. «Per l’anno 2021 il vaccino potrà essere somministrato sotto la supervisione di medici, assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario formato». 

Si parte tra il 23 e il 26 gennaio con la prima tranche di vaccini, sempre che le validazioni di fine dicembre e inizio gennaio (per Pfizer e Moderna) andranno a buon fine.

QUALI SONO I VACCINI PER L’ITALIA?

Se tutto andrà bene tra validazioni, sviluppi logistici e piano di distribuzione ottimale, l’Italia per tutto il 2021 potrà contare in tutto su oltre 202 milioni di dosi, così suddivise: 

40,38 milioni di dosi vaccino AstraZeneca;

 26,92 milioni  dosi Johnson & Johnson

40,38 milioni di dosi vaccino Sanofi

26,92 milioni dosi Pfizer; 

30,285 milioni dosi Curevac

10,768 milioni dosi Moderna.

Il cuore della campagna vaccinale avverrà tra la primavera e la prossima estate.

A CHI ANDRANNO E COME SARANNO DISTRIBUITI

I vaccini anti-Covid illustrati dal piano strategico nazionale del Governo Conte-2 vedranno delle prime categorie di popolazione che avranno priorità sugli altri: «operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa per anziani, persone in età avanzata per ottenere una maggiore copertura vaccinale e coprire persone con maggiori fattori di rischio», ha annunciato il Ministro Speranza in Parlamento.

Non appena arriveranno maggiori dosi, le vaccinazioni verranno destinate anche ad altre categorie come le persone dei servizi essenziali come personale scolastico e forze dell’ordine: non solo, se si sviluppassero focolai rilevanti, i vaccini saranno destinati con strategie di tipo reattivo proprio a quelle particolari sezioni di popolazione. La distribuzione dei vaccini è in carico al commissario Arcuri con specifiche divise tra vaccini con catena di conservazione freddo-freezer e freddo-standard: sulla governance del piano di vaccinazione, si prevede gestione centralizzata. Sono stati individuati 300 ospedali per le consegne e in seguito ci saranno luoghi specifici per la vaccinazione: eventuali somministrazioni saranno anche “a domicilio” per chi non dovesse essere in grado di raggiungere gli spazi individuati.

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